mercoledì 28 settembre 2016
La storia ritrovata del soldato József Kiss
Una scatola di foto, abbandonata da un milite ungherese in una abitazione di un paesino sul Piave, porta in modi diversi più persone ( il curatore di una mostra fotografica, l'autrice del libro e lo stesso editore ) a dedicarsi a un uomo sconosciuto e alla sua storia. Un' esperienza di ricomposizione di un profilo umano che mostra come rincorrere ombre non sia affatto impresa priva di senso..
" E così, dopo un totale di 1800 km, inizio a rivedere paesaggi a me familiari. Penso che, paradossalmente, abbia impiegato meno tempo il soldato Kiss, in guerra con le tradotte di allora, a raggiungere l'Italia che io, cent'anni dopo, nel tragitto contrario. E questo mi fa riflettere...
E' il tramonto quando scorgo all'orizzonte il profilo dei miei colli. Esco dall'autostrada: Conegliano. Sono a casa."
Camilla Peruch, La storia ritrovata del soldato József Kiss, ed. Kellermann
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Mi è aumentata improvvisamente la salivazione. Grazie della dritta.
RispondiEliminauh che bella idea
RispondiEliminaE' un libro che nasce dalla cura, dall'attenzione ai dettagli, quelli che fanno la differenza e che ti fanno provare, pur nella semplicità, essenzialità della storia raccontata, un'emozione sottile, indicibile. Bellissimi l'impaginazione e il modo in cui l'editore-grafico ha messo insieme il materiale a disposizione per ricostruire una fisionomia e un ambiente, quelli di Jozsef Kiss. Significativo il modo in cui la narratrice ha saputo legare il passato e il presente e dare significato al caso oltre che al materiale documentario, quel caso che l'ha portata a vivere a propria volta un'esperienza e a incontrare persone con cui, diversamente, non sarebbe mai entrata in relazione.
RispondiEliminaE' il mio pane ritrovare storie di personaggi non illustri...
RispondiElimina:-)
RispondiEliminaLascio qui una traccia per trovare Gildo.. :-)