domenica 4 ottobre 2015

Gurre-lieder






Il nome di Arnold Schönberg si associa solitamente alla musica dodecafonica, ma il nuovo sistema a cui il musicista dà vita è un punto d’approdo al quale giunge dopo aver scritto musica  tonale. Con i Gurrelieder (  Gurre è il nome di un castello in Danimarca ), il musicista si mantiene fedele alla tradizione ( Brahms e Wagner soprattutto ) ma, nell'ultima parte dell'opera, inizia a  superarla. I testi, tradotti e messi in musica, sono quelli del danese Jens Peter Jacobsen che racconta l’amore infelice di Tove  e del re Waldemar. Ad accentuare il carattere tardo romantico della composizione e l’impossibilità per i due innamorati di vivere insieme -sono infatti ostacolati dalla regina che, spinta dalla gelosia determina la morte di Tove- , interviene la scelta di Schoenberg di non prevedere per i due amanti neanche un duetto.



Ecco le prime due liriche

1-      Waldemar
 Il crepuscolo ora smorza
 ogni suono su mare e su terra,
 nuvole in viaggio si distendono lievi
 su lembi di cielo.
 Una silenziosa quiete ha circondato
 le ariose soglie del bosco,
 e le chiare onde del mare,
 sé stesse cullando, si sono calmate.
 A occidente il sole ha disteso
 il suo mantello di porpora
 e sogna, adagiato sui flutti,
 lo splendore del giorno seguente.
 Ed ora nemmeno la più piccola fronda si muove
 nella splendida dimora del bosco;
 Ora neppure il suono
 più lieve riecheggia, riposa, anima mia, riposa!
 E ogni energia è sprofondata
 nell'abbraccio dei sogni,
 e io sono risospinto verso me stesso,
 in silenziosa pace e sciolto da ogni affanno.

     
2-  Tove
Oh, quando lievi scivolano i raggi della luna,
e pace e quiete si sparge tutt'intorno,
non più acqua allora mi sembra la distesa del mare,
e ogni foresta più non pare fatta d'alberi e cespugli.
Nubi non sono più quelle che il cielo adornano,
né più valli o colline stanno a formare il dorso della terra,
tutto è forma e colore, nient'altro che vuota schiuma,
e solo un riflesso di sogni divini.

 qui tutti i testi dell'opera ( in tedesco e in italiano nella traduzione di  Ferdinando Albeggiani )










4 commenti:

  1. Io lo trovo di una bellezza raffinata. Il mio è un "vecchio" amore, quello per Schönberg :*

    RispondiElimina
  2. Ho iniziato a ascoltare qualcosa di Schoenberg quando, qualche tempo fa, me ne ha parlato un amico. Sono ferma per il momento alle composizioni legate ancora alla tradizione, che trovo bellissime:)

    RispondiElimina
  3. Ho ascoltato più volte questa cantata massiccia e a mio parere i clarinetti bassi hanno un timbro molto distintivo e più ricco rispetto ai fagotti.

    RispondiElimina
  4. non ho competenze musicali. Dico solo che non mi sarebbe mai venuto in mente il termine "massiccio" per definire l'opera in questione. In fin dei conti ognuno sente la musica ( e ne parla ) come meglio crede..

    RispondiElimina