domenica 22 marzo 2015

Sur la lecture


Senza dubbio l'amicizia, l'amicizia per gli individui, è cosa frivola, e la lettura è un'amicizia. Ma almeno è un'amicizia sincera, e il fatto che si rivolga a un morto, a un assente, le conferisce qualcosa di disinteressatoquasi di toccante.
È, per giunta, un' amicizia esente da tutto ciò che fa la bruttezza delle altre. Dato che altro non siamo, noi vivi, che morti non ancora entrati in servizio, tutte quelle cortesie, quei convenevoli da anticamera che chiamiamo deferenza, gratitudine, devozione, cui per giunta mescoliamo tante menzogne, sono cose sterili e faticose.



 Per giunta, fin dagli inizi di un rapporto di simpatia, di ammirazione, di riconoscenza, le prime parole che pronunciamo, le prime lettere che scriviamo tessono attorno a noi i primi fili di una tela di abitudini, di un vero e proprio modo di essere di cui non potremo più sbarazzarci nelle amicizie successive; senza contare che nel frattempo le parole eccessive che abbiamo pronunciato restano come cambiali che dovremo pagare, o che pagheremo ancora più salate durante l'intera esistenza, per il rimorso di averle lasciate andare in protesto. Nella lettura, invece, l'amicizia è a un tratto ricondotta alla purezza originaria. Con i libri, niente convenevoli. Passiamo la serata con questi amici, perchè lo desideriamo davvero. Loro, almeno, spesso li lasciamo a malincuore. E quando li abbiamo lasciati non viene nessuno di quei pensieri che guastano l'amicizia: «Che cosa avranno pensato di noi? Non avremo mancato di tatto? Saremo piaciuti?». Non ci viene neppure la paura di essere dimenticati per qualcun altro. Tutti questi tormenti dell'amicizia scompaiono alla soglia di quell'amicizia pura e tranquilla che è la lettura. E per giunta nemmeno più deferenza... Ridiamo, a quanto dice Molière, nella misura esatta in cui lo troviamo divertente; quando ci annoia, non abbiamo paura di avere l'aria annoiata, e quando ne abbiamo proprio abbastanza della sua compagnia lo rimettiamo al suo posto altrettanto bruscamente come non avesse né genio, né celebrità.
L'atmosfera di questa pura amicizia è il silenzio, più puro della parola. Poichè noi parliamo per gli altri, ma tacciamo per noi stessi. E così il silenzio non porta, come la parola, l'orma dei nostri difetti, delle nostre smancerie. E' puro, è veramente un'atmosfera. 

Marcel Proust, Sur la lecture in M. Proust, Il piacere della lettura     ed. NET
traduzione di Cesare Salmaggi

8 commenti:

  1. Compagna fedele, la lettura!

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  2. Essere se stessi è già un parto difficile. Pare che le menzogne siano meglio accolte. Bella pagina...

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  3. la lettura:che viaggio,che compagnia!

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  4. Mi sono ricordato che non ho mai avuto Proust come amico. Ed è già tanto che rimando...

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  5. Sicuramente ho avuto più amicizie che mi hanno deluso che letture deludenti. Ma poi, con l'età, si impara a scremare le prime e a aumentare le seconde e raramente ci pente di queste scelte. Orso-Nela San.

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  6. ho sempre letto, fin da bambina, e ho considerato la lettura una forma di libertà, forse l'unica; ho voluto riportare qui il passo di Proust perchè mi sono ritrovata in molte delle osservazioni che fa. Certo, sarebbe meraviglioso provare lo stesso piacere e la stessa ibertà con amici in carne e ossa. E' impresa difficile ma penso valga la pena tentare:)
    Grazie a tutti!:)

    @Aitan: Proust dà davvero l'impressione di esserti vicino quando si legge La Recherche, proprio come un amico ( superata la prova delle prime 30/50 pagine, inizi a sentirlo accanto a te..:)

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  7. È arrivato il momento delle confessioni difficili: mai superato la scoglio delle prime 60 pagine. La recherche è ancora lì ad aspettare che io trovi il tempo e l’ispirazione per intraprendere quest’amicizia. Dice Nela che con l’età si impara a scremare le amicizie. Avrà ragione lei: per adesso mi riesce meglio scremare le letture.
    Hai riportato un passo bellissimo. Grazie.

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  8. Io per non ho mai letto "Guerra e pace" così siamo pari:)
    Un caro saluto

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