lunedì 16 agosto 2010

Majakovskij nelle parole di Marina Cvetaeva



“ Majakovskij bisogna leggerlo tutti insieme, quasi in coro, in ogni caso ad alta voce (… ) Con tutto lo spazio. Con tutto il tempo.


Leggerlo a lungo  è insopportabile per lo stremo fisico. Dopo bisogna mangiare molto o dormire, comunque recuperare. Oltre la soglia dei versi di  Majakovskij  c’è solo l’azione. I suoi versi ci tirano fuori dai versi come il giorno pieno dal letto dei nostri sogni.


Majakovskij è incapace di canto, perché è interamente in tono maggiore, a percussione e  a voce alta. Così si comanda alle truppe, dice la Cvetaeva, ed invece per essere poeta nazionale devi far cantare, per tuo tramite, l’intera nazione. Un lottatore non compone canti.




Guardate le sue ombre, non sono veramente delle ombre tagliate col coltello, delle ombre di mezzogiorno definite che non si possono non calpestare col piede ?



                                                                                                                                       Da ragazzo sentì in sé una forza, di che natura non sapeva; aprì bocca e disse : “ IO”


“…non aveva paura di niente, stava ritto in piedi e gridava, e più forte gridava, più lo ascoltavano le masse; più le masse l’ascoltavano, più forte gridava “

… è senza dubbio un Gulliver tra lillipuziani, “che sono esattamente come lui, solo molto piccoli”




Gli avvenimenti alimentavano  Majakovskij (… ) gli avvenimenti alimentano solo il lottatore.
A Majakovskij, il più diretto dei lottatori, toccò battersi per  allegorie, al più bellicoso dei lottatori toccò battersi per via indiretta. Dal suo temperamento deriva la fisica stupefacente dei suoi versi, la loro muscolosità opprimente.  (… ) Al lottatore è toccato restringersi tutto nella riga. Da lì anche le loro dimensioni strappate.


Il secondo in cui  Majakovskij si appoggiò con il gomito sul tavolo fu l’inizio della sua statuarietà.
 



Il tuo sparo fu simile a un Etna
In un pianoro di codardi e codarde  ( versi di Pasternak  in occasione della morte di Majakovskij 1930)





Le parti in corsivo sono tratte da Marina Cvetaeva, Incontri ed. La Tartaruga

7 commenti:

  1. l'amore è il cuore di tutte le cose
    nessuno ha detto una cosa più bella vero? bè, passavo di qua, ho trovato Majakovskji e come atto poetico ho dato da mangiare ai tuoi pesci.

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  2. c'è tanta passione in quello che scegli e in quello che scrivi!
    Un bacio cara!

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  3. Majakovskij: un grande! E grande Giacynta a riproporlo!

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  4. @ Ondina: Tutti e tre (io e i pesci ) ti ringraziamo. A presto!

    @ Cristina: Un bacio a te!

    @ Carmen : Grazie cara, vado subito a vedere. Tra l'altro, il testo della Cvetaeva che ho citato, si articola intorno al confronto tra Pasternak e Majakovskij.

    @ Adriano : E' un autore, non semplice, a cui mi sono accostata dopo il viaggio a Mosca lo scorso anno. Ne ho già parlato in precedenti post.

    http://giacynta.blogspot.com/2010/05/il-museo-majakovskij-mosca.html

    http://giacynta.blogspot.com/2010/06/ellis-island.html

    Se fai un giro nel blog di Carmen, vedrai che non è affatto dimenticato. Buona giornata, caro Adriano!

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  5. Sarà un caso?
    Nella mia rubrica "Il sabato poesia" sabato 21 agosto ne è prevista una di Marina Ivanovna Cvetaeva.
    A volte...
    Complimenti per il post.
    Ciao cara :)

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  6. vengo dal blog della mia cara amica sgnapis
    e ti faccio i complimenti per questa tua bella casa.
    è stato un piacere visitarla.
    cri :)

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  7. @ Novalis: appuntamento da te a sabato, allora! Grazie :-)

    @ Cristina : Ti ringrazio per ciò che mi scrivi, sei molto gentile. A presto!

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